Mi ricordo che le cose avevano un altro sapore.
Anche la tristezza, lo sgomento, la rassegnazione.
Più di tutte l’impotenza, se davanti c’era il futuro.
Autore: Mnemosine
Mi ricordo la normalità. Ma non è quella a cui voglio tornare.
Mi ricordo quante volte a sproposito si chiami in causa l’angoscia, senza sapere che quella vera ti divora senza scampo.
Mi ricordo che c’è stata una vita, e anche più d’una, nella quale si pensa sempre di aver toccato il fondo. Ma non è vero.
Mi ricordo che la solitudine è la cifra. Di chi è al di qua e di chi è al di là di questa maledetta linea.
Mi ricordo di aver detto spesso che non ho paura praticamente più di nulla. Nella crepa di questa affermazione si è infiltrato il dubbio, infinitesimale ma concreto.
Mi ricordo di aver sempre lottato per cercare delle soluzioni, senza sapere quanto si possa uscire pazzi quando non se ne trovano.
Mi ricordo che siamo stati felici. Ma proprio perché sono capace di dare un nome alla felicità sto ammettendo che non lo siamo più.
Mi ricordo che l’ironia mi ha sempre salvato la vita, ma di questi tempi sento che funziona meno.
Mi ricordo altre nevi e altre primavere. Oggi mi sembrano ambedue incongruenti.